mercoledì 26 giugno 2013

A VIOLET PINE su Rockambula

Da http://www.rockambula.com

A Violet Pine – Girl

A VIOLET PINE
Dal primo all’ultimo pezzo. da “Pathetic” a “Pop Song For Nice People”, l’esordio discografico Girl dei Violet Pine è un mondo totalmente obliquo, da leggere in virtù della libertà espressiva e della bellezza amniotica che porta dentro i suoi panni sonori. Difficilmente da collocare dal punto di vista dei rimandi iconografici – se non per quella vena sottomessa alla Autechre, Mogwai – il disco è un’apnea in ambienti liquidi che hanno la potenza/virtù di creare interazioni differenti, differenti nel calibro e nella trasposizione alternativa per nostalgie e carezze sintetiche.
Siamo su territori da percorrere con l’ausilio sognante di buone cuffie stereo per intraprendere un viaggio in sospensione, un trip emotivo al silicio che non invade e spadroneggia lo spazio cognitivo e dreaming dell’ascoltatore, ma lo guida come un soffio insperato di boria grigio-scura, dieci tracce inafferrabili che descrivono con visione e perizia galleggiante un futuro possibile o  quello che magari vorremmo ma non stiamo vivendo, ovvio da non confondere con quelle traiettorie di musica per uomo-macchina tanto care a Tsukamoto Shinya, anche perché sembrerebbe una sperimentazione al paradosso, ma poi la “creatura” dei nostri A Violet Pine marcia da sola, glissa molte delle appartenenze assai pericolose in questa “cosmica wave satellitare” e tira dritto nel suo girovagare multistrato.
Qui non c’è  e non ci saranno i nomi di futuri composti chimici per musica in provetta, nessun motore di ricerca sonica per i motori di ricerca web 4.0 , ma solo una sana alienazione allucinata che viaggia, scruta, viaggia e delinea, e ancora si mette in contrapposizione o allinea ai giochi di una lamina d’urgenza interiore, alle inevitabili scosse malleabili e di bellezza a fior di aria che nei battiti ancestrali della titletrack, tra gli echi scandaglio di “Even if it Rain”, dietro il brivido spennato e assassino “Family” e la sperimentazione minimalista e senza punto d’appoggio gravitazionale “Fragile” amplia e spalanca un terzo occhio su immense morbosità e demarcazioni delle quali ne abbiamo esigenza per staccarci – anche per un lasso di tempo determinato – dal maledetto magnetismo terrestre.
Grazie del passaggio e al prossimo giro d’atmosfera!
Be Rock, Share!

martedì 18 giugno 2013

A VIOLET PINE su Sentire Ascoltare

da Sentire Ascoltare
Cover image
Voti redazione e staff

A VIOLET PINE

Girl

Seahorse Recordings

 
 
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Appunti e idee intriganti, nel disco d'esordio degli A Violet Pine (Beppe Procida, Paolo Ormas e Pasquale Ragnatela), ma forse sviluppati non al cento per cento. Fondamentalmente si parla di songwriting, seppur mascherato da una wave oscura e sussurrata che tende a creare scenari piuttosto onirici. L'equalizzazione e le scelte strumentali prendono in prestito elementi dal dub e dal trip-hop (i bassi morbidi e persistenti e gli arpeggi post-rock narcotici di Pathetic), finendo poi per citare di rimbalzo Depeche Mode (25 Mg of Happiness) ma anche certe atmosfere claustrofobiche à la For Carnation (senza, tuttavia, replicarne l'immaginario estetico).
Parte musicale solida, quasi blindata nel suo incedere omogeneo e razionale; quel che non convince è una voce eccessivamente monocorde, che non riesce ad essere evocativa come vorrebbe, talvolta quasi fuori contesto su un groove che vive di vita propria (Sleep). Non è tanto per il sussurrato che la contraddistingue - i Santo Barbaro ci hanno insegnato che se c'è della sostanza, il minimalismo in questo senso funziona eccome - quanto per uno scollamento presente in alcuni passaggi che ne vanifica le potenzialità immaginifiche. C'è margine, comunque, e i Violet Pine rimangono una materia di studio interessante.
(6.3/10)

venerdì 14 giugno 2013

A violet pine:nessuna barriera per il nuovo rock

dal blog Audiofollia.it
A VIOLET PINE”Girl”(Seahorse recordings)
Le barriere in musica(specie quella rock) sono finite e le contaminazioni,unite alla la libertà d'espressione ,sono infinite.
Questa è la prima,piacevole sensazione che ho avuto ascoltando il lavoro degli A violet Pine.
Sì,perchè il trio in questione(formato da:Beppe Procida-voce,chitarra synth,Pasquale Ragnatela-basso,piano,synth,seconda voce e Paolo Ormas-batteria e sequencer) fa una musica interessante e rarefatta,che sfugge alle facili catalogazioni;pur partendo da una matrice rock,essa viene mescolata con elementi trip hop,elettronici e dark in un connubio di grande fascino.
Il primo brano,”pathetic”è una degna introduzione e un succoso antipasto di quello che ci aspetta durante la durata del disco:il manifesto sonoro della band è ombroso e peculiare,con battiti elettronici che si sposano a sequenze post-rock incrociate con ricordi delle new wave più oscura.
Sospesa tra inquietudine e ampie sezioni più ariose,è una bell'inizio davvero....
La title-track 
presenta un'insolita melodia tortuosa e malata:è la versione del”dark”secondo gli A violet Pine,rivestita di elettronica mai invadente,e da intriganti arpeggi chitarristici.
Non mancano nemmeno delle vaghe tessiture psichedeliche che s'incastrano alla perfezione nell'ottimo magma sonoro della band.
Un momento più rilassato è,invece,”Even it if rains”,in cui le dimaniche chiaroscure sono decisamente più distese;sensazioni personali ed emozionali che indagano nel profondo e che riemergono in superficie in maniera fascinosa.
Belle le distorsioni in crescendo ,tra reverse e riverberi,per riallacciarsi poi alla bella melodia e agli arpeggi che sono l'ossatura del pezzo(e che ritornano nel finale,prima che il brano si spenga tra soffusi battiti electro).
Ritornano influenze new wave traghettate ai giorni nostri su”Then”,con dei synth taglienti e quei bellissimi arpeggi malinconici di chitarra che sono uno degli aspetti vincenti degli A violet pine;la melodia qui è ancora più evidente e molto personale,con le due voci che si rincorrono e si incontrano,fornendo dei contrappunti interessanti.
C'è tempo anche per delle suggestioni acustiche su”Family” solcata da un tenue spleen tastieristico;un immaginario incontro tra indie rock, ambient e lieve elettronica dal piglio scurissimo.
Pensieri e tensioni personali come sempre al centro dell'attenzione, su”25 mg of happiness”,un brano decisamente moderno e innovativo,in cui le dinamiche vengono estremizzate in due anime perfettamente fuse:da un lato c'è una melodia riflessiva dai contorni morbidi ma non quieti(ma con delle chitarre tesissime),dall'altro il brano poi si sviluppa su spirali più acide e spaziali,prima di tornare al mood iniziale e sconfinare in tentazioni scure.
“Sleep” continua il discorso sull'innovazione:un brano dall'introduzione elettronica che svela e rivela un'anima più nervosa(ma mai sopra le righe) nella seconda parte,ed uno dei più bei arpeggi mai sentiti nella scena indie recente;una sorta di mantra psichedelico in chiave moderna.
“Sam”è una traccia molto bella e riflessiva,che si sviluppa tra avvolgenti ricami chitarristici e un pianoforte notturno;il finale è una sorpresa,tra sperimentazione ed elettronica insolitamente ballabile.
L'atmosfera notturna continua su”Fragile”e posso tranquillamente affermare che è la mia traccia preferita del disco:un tappeto sonoro ombrosamente psichedelico e post-rock,tra rilassatezza e inquietudini al chiaro di luna,ed una melodia mai banale.
Finale con barlumi alternativi che rischiarano il pezzo,tra distorsioni dilatate e una sezione ritmica precisa.
L'album si chiude con “Pop song for nice people”:il titolo è chiaramente ironico,eppure un certo sentore”pop”c'è,ma naturalmente “stravolto”alla maniera degli A violet pine,e sommerso in strati di psichedelica malinconia.
Ed il brano difatti è molto piacevole,con ritmo cadenzato e irresistibile,una sorta di”indie-lounge”macchiata anche con distorsioni acide nel ritornello.
A violet pine:un nome che vi conviene segnare e tenere d'occhio,ma soprattutto”ascoltare”.
Che ci crediate o no,il nuovo rock è anche questo:e la band dimostra di scrivere pagine assolutamente innovative e molto particolari,che rapiscono e colpiscono,rilassano e fanno sanguinare,sognanti e tese,immaginarie e reali.....tutto questo è la musica degli A violet pine....bella e interessante;non perdetevela.

martedì 11 giugno 2013

A VIOLET PINE su RAGAZZA MODERNA di Giugno

Spettacolare debutto per questa band nostrana che raccoglie il meglio dell'eredità grunge per filtrarla tramite una sensibilità quasi dark, fatta di echi new wave e atmosfere squisitamente anglosassoni. Arricchito da tessiture elettroniche e vibrazioni sotteranee, Girl si candida per entrare nella Top Ten del 2013.

A VIOLET PINE su RUMORE di Giugno

Everyone you loose/You meet again in dreams" recita sommessamente la strofa finale di "And then": è proprio in questa dimensione indefinita(e indefinibile) che regola l'interazione tra realtà e sogno, tra concretezza terrena e onirica sfuggevolezza, tra perdita e rinascita, che si dipana tutta l'evoluzione sonora di Girl, esordio dei Violet Pine.

sabato 1 giugno 2013

A VIOLET PINE su GLAMOUR di Giugno

Sintetizzatori, suoni trip hop, un pizzico di grunge. Sono questi gli ingredienti della ricetta musicale italianissima(anche se i testi sono in inglese) di Girl, l'album nato dalla mente di Beppe Procida. Pezzo consigliato: Fragile, per chi apprezza l'elettronica, ma di matrice rock.