martedì 24 novembre 2015

L'ottima recensione di Loris Gualdi su Music-On-Tnt

Artista/Gruppo:A violet pine
Titolo: Turtles
Etichetta: T.a.Rock Records
Sito: http://tarockrecords.blogspot.it/
Recensore:Loris Gualdi
Recensito il: 07/11/2015
Copyright: Loris Gualdi per Music on Tnt
Dopo qualche anno, torniamo all’ombra piacevole di un visionario e psichedelico albero violaceo, faro espressivo di un mondo osservativo, posto tra le realtà diversificate dell’alternative. Un territorio privo di precisi punti tonali, ma alimentato da divergenti (sub) generi sonori lontani dalla banalità.
Gli italiani A violet Pine hanno da poche settimane portato il proprio post rock-electrogaze dalle striature new age verso la T.a. Rock Records, piccola label underground di Trani, abile nell’intravedere le potenzialità di questo nuovo full lenght.



Il tutto ha inizio come Un gioco inquieto ed esteso, alimentato da impronte ai limiti di un armonico terroir gilmuriano, in cui la ragnatela di suoni si esprime negli sviluppi ossessivi e cripto elettronici che definiscono la partitura.

L’approccio alternativo relega poi la linea vocale in secondo piano, quasi a voler celare l’arte narrativa lasciando all’ipnosi musicale l’onere di trainare visive sonorità.Sulla medesima linea si pone poi il sintetico pattern di New gloves, che con la profondità del bass line esprime un incontro sincratico tra ombre dark minimali, piacevolmente refrattarie a facili armonie, nonostante piccole e docili note, in grado di amplificare il divario tra semplicità e distorsione.

Il disco, sin dal primo ascolto sembra volersi aprire a orizzonti estesi, ricchi di influssi surreali, proprio come dimostra l’arte fotografica di Alessandra Antonucci, abile nel metaforizzare con le gradazioni seppia un’animosità osservativa e retrò.

Di pregevole fatture appare poi l’avvolgente titletrack che, con i suoi sussurri ed i suoi climax emotivi, finisce per attingere a curate metodiche espressive. Il disco arriva con naturalezza a mostrare i propri lati poliedrici attraverso l’uso di sintetizzatori ( Last year) e le piacevoli distorsioni di Have fun, probabilmente tra le migliori tracce dell’opera nuova del power trio. Infatti, il groove battente, pur rifacendosi al mondo alternativo anni’90, cela spezie descrittive in grado di armonizzare cambi direzionali avvolgenti nel loro ampio ed apparente repiro. L’improvvisa chiusura del brano apre poi alla visionaria Bright e alle arie melanconiche di Lucky when i’m wrong, in cui persistono sensazioni prive di tempo. Un brano che a tratti ricorda alcune impostazioni verdeniane, mostrando ricordi curati dal volto coperto, post tra piacevoli sguardi di un recente passato.

A chiudere l’ottimo disco sono poi le note oniriche e “AIR”ose di The moon has been turned off che, forte di un sognante e surreale titolo, si volgono alla questione terminale Why?, in cui spirali post rock aprono al sentiero ricamato di confini sonori pregevoli, al servizio di un disco che conquista, nonostante un perfettibile approccio linguistico.


1. The Game
2. New Gloves
3. Turtles
4. Last Year
5. Have Fun
6. Bright
7. Lucky When I'm Wrong
8. The Moon Has Been Turned Off
9. Why?
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Una release di ampio respiro che merita attenzione. La Recensione su Metal In Italy a cura di Stefano Mastronicola







Trame oscure ed impalpabili, atmosfere dilatate cariche di angoscia, ma in grado di aprirsi come un raggio di sole che squarcia un cielo plumbeo, così si presentano gli A Violet Pine con il secondo album “Turtles”.
La band ci propone un Post Rock intriso di elettronica, il cui punto forte è da ricercare negli arrangiamenti curati, ricercati, che disegnano melodie romantiche e foriere di malinconica introspezione. Attraverso le nove tracce che compongono la tracklist si compie un viaggio interiore, fatto di chitarre semidistorte che accompagnano linee vocali suadenti ed eteree, il tutto sostenuto da una sezione ritmica mai invadente e soluzioni elettroniche che rappresentano uno dei punti cardine del sound della band.
Inutile citare i brani migliori del lotto, perché ogni episodio è una storia a sé, che si inerisce tuttavia all’interno di un disegno comune, quello definito dagli A Violet Pine. Non è facile inquadrare il sound di questi tre ragazzi, ma in fondo non è nemmeno necessario, dal momento che a parlare per loro è sicuramente la musica.
Sin dall’opener “The Game” appare chiaro che “Turtles” è un album ben fatto, decisamente sopra la media, che nasconde (mica tanto) una ricerca sonora minuziosa. È facile tenere ben a mente le linee melodiche disegnate dalla voce di Giuseppe Procida, il quale si occupa anche delle parti di chitarra e synth. Proprio questa triplice veste fa in modo che i tre strumenti seguano una linea ben definita e si completino a vicenda, ben sostenuti da Pasquale Ragnatela al basso, dotato di un sound molto corposo, e dalla batteria di Paolo Ormas, il quale non eccede mai nella veemenza pur essendo incisivo quando necessario.
Se siete amanti di sonorità che miscelano tra loro Rock, Elettronica, New Wave, prendendo a piene mani dagli anni ’80, “Turtles” è un album che fa al caso vostro, una release di ampio respiro che merita attenzione.
http://www.metalinitaly.com/a-violet-pine-les-recensione/

9 Stelle su 10 per "Turtles" dal Belgio, Peek-A-Boo-Magazine


If you compare it with their debut, then Turtles is a great leap forward for these three Italians. The album is coherent and well-built. It does not happen that often, but actually the music description that is given by the band is quite right: a dense guitar sound, dark and romantic vocals that are garnished with electronic sounds and governed by the raw drums. Not only the words, the cover also illustrates the mood of the album.
Give this warm and atmospheric album a chance and give it the necessary time, it undoubtedly crawls under your skin.
Se lo si confronta con il loro debutto, "Turtels" è un grande balzo in avanti per i tre italiani. L'album è coerente e ben costruito. Non succede spesso, ma in realtà la descrizione musicale che è dato dalla band ha perfettamente ragione: un suono di chitarra denso, scuro e romantica voce che sono guarniti con suoni elettronici e disciplinate dai tamburi prime. Non solo le parole, la copertura illustra anche lo stato d'animo dell'album.
Date a questo album atmosferico e accogliente il tempo necessario e senza dubbio striscerà sotto pelle.
http://www.peek-a-boo-magazine.be/…/…/a-violet-pine-turtles/


lunedì 9 novembre 2015

"Turtles è un album che si fa ascoltare e riascoltare con piacere." La recensione su Kdcobain.it

A Violet Pine - Turtles [recensione]
[etichetta: T.A. Rock Records]


A Violet Pine - Turtles (2015)
A due anni di distanza dal debutto "Girl", ritornano gli A Violet Pine, trio formato da Beppe Procida (chitarre,voci, programming), Paolo Ormas (batteria, drum machine, synth), Pasquale Ragnatela (basso, piano, voce). In questo nuovo "Turtles", il sound della base si fa ancora più scuro, dark, fortemente '80s oriented. 

L'album si apre con la lugubre scansione metronomica di "The Game", avvolta in tappeti di synth e chitarre urticanti. "New Gloves" è un synth hard pop che richiama i Depeche Mode più scuri, mentre la title-track è quasi minimal con quel suo tappeto di tastiere eleganti e minacciose allo stesso tempo. "Have Fun" si distacca un pò dal resto dei brani, un indie-noise rock che a tratti richiama i Wire più elettrici. "Bright" è forse il brano pù bello, onirico come il miglior David Sylvian solista.
Ottime idee, un pò di maniera qua e là, ma nonostante questi peccatucci veniali, "Turtles" è un album che si fa ascoltare e riascoltare con piacere.

Tracklist:
1.The Game
2.New Gloves (Album Version)
3.Turtles
4.Last Year
5.Have Fun
6.Bright
7.Lucky When I'm Wrong
8.The Moon Has Been Turned Off
9.Why?


Giacomo Messina 06/11/2015

mercoledì 4 novembre 2015

Lodi, lodi e ancora lodi per "Turtles" su Rock-Metal-Essence a cura di Iacopo Mezzano



Artista: A Violet Pine
Titolo: Turtles
Genere: PostRock / Shoegaze / New Wave
Provenienza: ITA
Anno di uscita: 2015
Etichetta: T.a. Rock Records
Voto: 78/100

Gli A Violet Pine, power-trio italiano originario della Lombardia, ritornano sul mercato a due anni dal debutto con il loro nuovo album Turtles, edito dalla loro nuova label T.a. Rock Records.

Molto maturato rispetto all'acerbo esordio, il gruppo evolve oggi la sua musica verso territori più marcatamente progressivi, avvicinandosi maggiormente ai canoni di un post-rock che si mescola di sonorità grunge, elettroniche, shoegaze, new wave e non solo. Le melodie si mantengono sovente ariose, talvolta pinkfloydiane nell'approccio, e le atmosfere eteree e fortemente emotive, cariche come sono di feeling e di suoni echeggianti, talvolta cupi, talvolta aperti alla luce, sempre splendidamente definiti nell'insieme. Ottimo il lavoro tecnico e compositivo del gruppo, con i musicisti sugli scudi agli strumenti e alle voci e tutti i nove brani scritti con palmo solido e ispirato, per circa quaranta minuti di musica di piacevole ascolto, varia, compatta, con un filo logico.

Entrando nel dettaglio della canzoni, spiccano dall'insieme le solide due tracce d'apertura, le diversissime The Game e New Gloves, con la prima figlia di un post rock più tradizionale e la seconda carica di sintetizzatori ed effetti davvero di prim'ordine. Interessanti poi la title track Turtles e la sesta canzone Bright (totalmente debitrice ai migliori Pink Floyd), con il finale del platter che non delude e schiera in sequenza le ottime Lucky When I'm Wrong e The Moon Has Been Turned Off, prima dell'intenso commiato a titolo Why?, chiudendo un album davvero godibile e ben strutturato, che lancia in alto le quotazioni di questo giovane trio musicale italiano. Bravi! 

lunedì 2 novembre 2015

"Um indie rock fulgurante, visceral infeccioso e inciso" per la webzine portoghese Man on the Moon

O que este disco nos oferece sem rodeios é um indie rock fulgurante, visceral infeccioso e incisivo, claramente marcado pela nostalgia dos anos oitenta, quase sempre envolvida numa embalagem frenética, embrulhada com vozes e sintetizadores num registo predominantemente grave, sombrio e ligeiramente distorcido.
Ciò che questo album ci offre senza mezzi termini è un indie rock brillante, viscerale e contagioso incisivo, chiaramente segnato dalla nostalgia degli anni Ottanta, spesso coinvolto in un imballaggio frenetico, avvolto con voci e sintetizzatori in un registro prevalentemente basso, scuro e leggermente distorto.
stipe07.blogs.sapo.pt/a-violet-pine-turtles-750431


"Turtles", la bella recensione e l'intervista di Michele Martini su Rock Hard Italy di Ottobre 2015.

E' un intrigante gioco di contrasti a caratterizzare il secondo lavoro in studio del terzetto denominato A Violet Pine: un cantato dai toni dimessi e dall'impostazione pacata trova infatti la propria antitesi in fraseggi di chitarra nervosi e graffianti, a disegnare un decadente universo sonoro ricco di sfumature e suggestioni malinconiche.




































La recensione di Indiepercui. "Tra new wave rock anni ’80, ricordando la fragilità di Ian Curtis, i nostri confezionano un gran disco".

Continua la ricerca e l’attenzione sonora degli A Violet Pine, capaci di infondere potenza ruvida ed essenziale, calibrata da un’elettronica di contrasto e incisa per relegare l’inutile al fondo e contrarsi sull’essenzialità in primo piano.
La copertina è una meraviglia visiva, incisiva, con pochi elementi e riconoscibilissima; una cover che racchiude il senso del disco, un cavallo che traina un uomo lungo il mare, il nome del disco tartarughe e quella natura dominante in grado di percepire le difficoltà ed essere lei stessa timoniere del tempo, tra passato e futuro, senza mai fermarsi in questo presente discostante e perennemente fuori moda.
Fuori moda dell’intelletto, le nostre sono solo congetture, sono solo pensieri che aprono le danze come se tutto fosse un gioco The Game per finire con una parola, una domanda, Why?; il perché è dentro di noi, perché accada tutto questo, perché non riusciamo a relegare l’oscurità ad un altro pianeta lontano e non facciamo dello splendore della luce una nuova ancora per vivere ancora?

Tra new wave rock anni ’80, ricordando la fragilità di Ian Curtis, i nostri confezionano un gran disco, sia dal punto di vista estetico, sia dal punto di vista musicale e di contenuti: l’acqua sostanza vitale accompagna e in fondo, solo in fondo un orizzonte da riscoprire.
http://indiepercui.altervista.org/a-violet-pine-turtles-t-…/