da Sentire Ascoltare
A VIOLET PINE
Girl
Seahorse Recordings
Appunti e idee intriganti, nel disco d'esordio degli A Violet Pine (Beppe Procida, Paolo Ormas e Pasquale Ragnatela), ma forse sviluppati non al cento per cento. Fondamentalmente si parla di songwriting, seppur mascherato da una wave oscura e sussurrata che tende a creare scenari piuttosto onirici. L'equalizzazione e le scelte strumentali prendono in prestito elementi dal dub e dal trip-hop (i bassi morbidi e persistenti e gli arpeggi post-rock narcotici di Pathetic), finendo poi per citare di rimbalzo Depeche Mode (25 Mg of Happiness) ma anche certe atmosfere claustrofobiche à la For Carnation (senza, tuttavia, replicarne l'immaginario estetico).
Parte musicale solida, quasi blindata nel suo incedere omogeneo e razionale; quel che non convince è una voce eccessivamente monocorde, che non riesce ad essere evocativa come vorrebbe, talvolta quasi fuori contesto su un groove che vive di vita propria (Sleep). Non è tanto per il sussurrato che la contraddistingue - i Santo Barbaro ci hanno insegnato che se c'è della sostanza, il minimalismo in questo senso funziona eccome - quanto per uno scollamento presente in alcuni passaggi che ne vanifica le potenzialità immaginifiche. C'è margine, comunque, e i Violet Pine rimangono una materia di studio interessante.
(6.3/10)
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