Tornano gli A Violet Pine, a distanza di ben quattro anni da Turtles e con una line up rinnovata, che vede oltre a Giuseppe Procida (voce e chitarra) e Paolo Ormas (batterista degli ottimi Rainbow Bridge) il nuovo arrivo Francesco Bizzoca (basso). Again oscilla tra sonorità post e umori stoner, una sorta di crossover tra le visioni dark di The Jesus And Mary Chain e The Cure, il grunge ruvido dei (the) Melvins e The Jesus Lizard e lo stoner degli Earth, una miscela fatta di impatto e sospensioni malinconiche. L’album unisce quindi forza e melodia per tutta la sua durata, un saliscendi tra fraseggi oscuri e passaggi aggressivi, caratteristica di pezzi fragorosi come Interstellar love e Run dog run. La greve title track e il grunge muscolare di When boys steal candies mostrano una band capace di spostare il tiro a proprio piacimento, mentre Black lips e Monster si spostano sul versante di un post rock venato di wave. La conclusiva Zoo è uno strumentale drammatico, che chiude una mezz’ora davvero ispirata e interessante. (Luigi Cattaneo) Progressivamente
martedì 24 settembre 2019
lunedì 16 settembre 2019
Il video di "Black Lips"
Black Lips è il momento nostalgico di Again.
Ogni nostro disco ne ha uno, non è qualcosa di programmato ma è quasi inevitabile. Testo e video, in realtà, non coincidono nel loro significato, ma ci piace interpretare il risultato finale come uno di quei sogni con dei flashback che si susseguono nella nostra mente senza un nesso logico: un po’ come i ricordi della nostra infanzia, spesso così sfocati da sembrare irreali.
Ogni nostro disco ne ha uno, non è qualcosa di programmato ma è quasi inevitabile. Testo e video, in realtà, non coincidono nel loro significato, ma ci piace interpretare il risultato finale come uno di quei sogni con dei flashback che si susseguono nella nostra mente senza un nesso logico: un po’ come i ricordi della nostra infanzia, spesso così sfocati da sembrare irreali.
sabato 14 settembre 2019
A Violet Pine "Again" - Rassegna stampa highlights
"Si sentono le chitarre sferragliare e il basso elettrico incedere con ritmo incalzante, sostenuto dalla batteria. Il suono corposo, rantolante, avvolgente, richiama certe tendenze musicali degli anni novanta: è ancora una volta il Post Rock, vicino al Grunge e allo Stoner, a farsi carico di un certo malessere esistenziale." Magazzini Inesistenti
I riverberi e le distorsioni shoegaze sono coltelli di luce violetta nel buio fitto della notte, mentre voce e chitarre danno vita ad atmosfere lisergiche e suadenti nelle quali le sonorità stoner e post-rock costruiscono la tela che catturerà gli ascoltatori.Paranoid Park
Il nuovo album sembra voler segnare un corso differenziato rispetto al recente passato, sia per la rinnovata line-up, sia per un orientamento più marcatamente stoner. Il trio, infatti, ha voluto ribassare le accordature e ha deciso di abbandonare le sensazioni synth, nonché l’ala protettrice della SeaHorse Recording e T.A. Rock Records per poter viaggiare in piena autonomia creativa.
La Release, composta da sette capitoli più maturi e convincenti rispetto i lavori pregressi, sin dal primo impatto hanno il merito di arrivare all’ascoltatore in maniera diretta, mostrando all’underground il proprio ritorno, qui indicato da quel coraggioso e chiarificatore Again.
Music on Tnt
Gli A Violet Pine si rinnovano anche nel sound abbandonando tastiere e synth per dirigersi vengo correnti più stoner rock, shoegaze.
"Again racchiude trenta minuti di musica ruvida per mezzo di una sezione di chitarre che grattano l'atmosfera resa ancora più gonfia da una sezione ritmica che pompa al massimo senza mai strafare"
Metalwave
Again oscilla tra sonorità post e umori stoner, una sorta di crossover tra le visioni dark di The Jesus and Mary Chain e The Cure, il grunge ruvido dei Melvins e The Jesus Lizard e lo stoner degli Earth, una miscela fatta di impatto e sospensioni malinconiche. L’album unisce quindi forza e melodia per tutta la sua durata, un saliscendi tra fraseggi oscuri e passaggi aggressivi. Progressivamente
"Tornano ispessiti ed incazzati gli A Violet Pine con il nuovissimo Again. Sarà stato il cambio di line-up o la stasi di quattro anni dall’ultimo Turtles, ma nel suono di questa nuova formazione si sente una voglia di riscatto, di mutazione." Perkele.it
"Sette solide tracce di matrice stoner costituiscono l’ossatura di “Again”, terzo album per il trio barlettano A Violet Pine. Sei anni sono trascorsi dall’esordio di “Girl”, quattro da “Turtles”: nel frattempo Francesco Bizzocca ha preso il posto di Luca Ormas al basso e i synth hanno abdicato in favore della chitarra, che domina incontrastata strapazzando armonie sofferenti celate sotto strati di elettricità compatta e massiccia, linguaggio particolarmente efficace nel conferire al trittico iniziale - quantunque compresso e sordamente tetro - un che di marziale ed imperioso." Music Map
"Questo album di 7 brani appare molto compatto - fino all'osso. Non è un album metal ma queste canzoni di stone(r) -gaze possono comunque risultare interessanti anche a chi ascolta metal". Monarch Magazine
Il trio,abbandonate tastiere e synth, punta su un approccio sempre post rock ma che strizza l'occhio allo stoner. Suoni scuri e potenti(tipicamente stoner) si mescolano con influenze acid/psichedeliche ed elementi shoegaze più intrippanti. La voce,potente e intensa, si adatta perfettamente all'architettura sonora e ne diventa il perno centrale: connubio perfetto. Cambiare non è facile, ma quando riesce i risultati si sentono e come. #receindie
Gli A Violet Pine sono tornati. Sono tornati con Again un disco criptico e potente, un album intriso di fugaci pensieri e costantemente racchiuso in esplosioni che possono concedere ampie vedute e rivoluzioni alle porte.
Il rock oscuro dei NIN, dei Tool degli A perfect circle si mescola alla contemporaneità, raccontando di un mondo in cambiamento, ma non attrezzato al cambiamento stesso. Pezzi come Interstellar love, Again, When boys steal candies sono punti essenziali per una ricerca che non lascia nulla al caso, ma piuttosto diventa attimo, bagliore necessario per comprendere una poetica introspettiva, ma di lucidità davvero invidiabile." Indiepercui
"Un album che diventerà un classico un giorno forse. Perchè come diceva qualcuno:" un classico è un libro che hai voglia di rileggere". Funziona lo stesso con questo disco." Low Music
"Al di là della pluralità di anime che pervade Again, quello che si stratifica alla fine di ogni ascolto è la consapevolezza della maturità del gruppo, in grado di focalizzare diverse prospettive artistiche in un contesto dotato di spessore e personalità, che travalica con decisione i confini di genere andando alla ricerca di soluzioni originali e, soprattutto, personali." Rock Hard Italy
"Se, in passato, la musica del gruppo gravitava in zone tutto sommato prossime a postpunk e shoegaze, le scelte attuali sono orientate verso una formula stoner incentrata fondamentalmente su basso e chitarra, con suoni densi e fumosi e atmosfere fra l’oscurità e la malinconia, ma, qua e là, con incisivi e convincenti passaggi ipnotici." #VerSacrum
Forti di una rinnovata line-up, e di un nuovo e più maturo approccio strumentale, gli A Violet Pine sembrano voler prendere le distanze dal passato, seppur in maniera parziale, mettendo in campo sette nuove tracce dal sound cupo, severo, evocativo, ed una successione di linee new wave dark, gotiche, psichedeliche, appesantite da riff pungenti, melodici ed accattivanti. Fotografie ROCK.
"Terzo album per la band barlettana dopo una carriera, iniziata nel 2010, caratterizzata da cambiamenti di formazione e di stili. Il nuovo lavoro si muove su coordinate che abbracciano in particolare lo stoner, guardando occasionalmente a grunge e post rock. Ben fatto, piacerà agli amanti del genere." Radiocoop
""Again” è un disco che non nasconde l’amore per la scena degli anni ’90, ma che si fa anche apprezzare da chi ama le sonorità Post Rock e Stoner. Lasciatevi trasportare dalla bellezza di “Interstellar Love” o di “Again”, dalle polverose melodie di “Run Dog, Run!” o dall’esperimento post rock di “ZOO”" Rawandwild Webzine
Un disco che riporta alle radici del rock, uno stoner venato di alternative denso e confortante, suoni scuri e potenti, cantato sempre nel pezzo, mixaggio e masterizzazione che restituiscono un suono preciso, ottimo lavoro. Tuttorock
"Su "Again" gli A Violet Pine fanno rivivere il rock alternativo degli anni Novanta. L'album rappresenta un cambiamento di stile rispetto a "Turtles" del 2015 e mi ricorda band come Sonic Youth, Dinosaur Jr., Pavement o Hüsker Dü. Chi ama quest'ultime band, probabilmente apprezzarà questo disco." Musiczine
Una trasformazione quella dei barlettani “A Violet Pine” che, con “AGAIN” navigano verso uno stoner rock a tratti dark e psichedelico con chitarra, basso e batteria unitamente alla voce come a formare un unico vortice di ribellione nella penombra di un sound onnipotente che riesce a trasformare le sensazioni in emozioni musicali, trascinando l’ascolto verso la scoperta di ciò che ogni singola traccia dell’album vorrebbe comunicare con parole e musica. NOIROCKER
"Again dura 33 minuti ma la sensazione è che ci sia molta più musica rispetto a quanta l’orologio ci suggerisca, anche grazie a dei ritmi lenti che hanno il potere di entrarti dentro e crearti un’emorragia interna molto più pericolosa di quei tipici colpi heavy che ti trafiggono all’istante e poi ti lasciano agonizzante. Originali e audaci, cupi e profondi." RockGarage.it
'Again' degli A Violet Pine è un ritorno audace che profuma di cambiamento. Metal Hammer Italia
Tornano i pugliesi A Violet Pine col terzo album "Again". Con questo lavoro, a fronte anche di una nuova direzione musicale e una line up parzialmente rinnovata, i nostri si spingono verso uno stoner rock vigoroso ma che sa anche emozionare e trovare spunti di malinconica introspezione. La voce scura e piacevolmente timida di Giuseppe Procida, anche alla chitarra, vagamente Robert Smith in qualche circostanza, fa da contraltare a contesti ruvidi e desertici. La title track tradisce i ricordi post rock degli esordi, in un brano ben confezionato in arrangiamento e sorretto da un basso graffiante e sporadiche esplosioni elettriche. Ciò che maggiormente colpisce di questa band è la capacità di rispettare i canoni della forma canzone, puntando su refrain convincenti (è il caso ad esempio di When boys steal candles) e rimanendo all'interno di minutaggi umani, riuscendo comunque a inviare il loro messaggio; un aspetto, questo, piuttosto inconsueto presso compagini di questo genere, che spesso amano tergiversare in inconcludenti digressioni strumentali non sempre a fuoco. Non è appunto il caso degli A Violet Pine, i quali sembrano conoscere molto bene la materia, declinandola attraverso paradigmi più classici e universali, rimanendo credibili e molto solidi. Molto bravi.Le recensioni di Syd
Un album che si inoltra senza paura nel rock dell’ultimo decennio del secolo scorso, immagazzinando influenze ed ispirazioni che vanno oltre i soliti nomi (tanto si ascolta dei seminali The God Machine del capolavoro Scenes From The Second Storey), pur tenendo ben presente nello spartito attimi di rock bagnato dalla pioggia di Seattle. MetalEyes IYE
Si può certamente dire che con “Again” gli A Violet Pine si confermano una delle migliori realtà “stoner-gaze” italiche, in grado di guidarci verso desertiche evasioni. Rockit.it/
"Again" recensito da Perkele.it
"Tornano ispessiti ed incazzati gli A Violet Pine con il nuovissimo Again. Sarà stato il cambio di line-up o la stasi di quattro anni dall’ultimo Turtles, ma nel suono di questa nuova formazione si sente una voglia di riscatto, di mutazione."
"Again" recensito da Perkele.it
#avioletpine #perkele #franticmule #stoneritalia #stonerit #stoner #shogaze #shoegazeita #musicaitaliana #italianband #rock
"Again" recensito da Music Map
http://www.musicmap.it
A VIOLET PINE "Again"
(2019 )
(2019 )
Sette solide tracce di matrice stoner costituiscono l’ossatura di “Again”, terzo album per il trio barlettano A Violet Pine. Sei anni sono trascorsi dall’esordio di “Girl”, quattro da “Turtles”: nel frattempo Francesco Bizzocca ha preso il posto di Luca Ormas al basso e i synth hanno abdicato in favore della chitarra, che domina incontrastata strapazzando armonie sofferenti celate sotto strati di elettricità compatta e massiccia, linguaggio particolarmente efficace nel conferire al trittico iniziale - quantunque compresso e sordamente tetro - un che di marziale ed imperioso.
I brani si rivestono di suggestioni ipnotiche, complice il canto composto e misurato – da post-rock, si direbbe - di Giuseppe Procida, ideale per sottolineare l’incedere metronomico di trame caracollanti fra echi helmetiani (“Interstellar love”, “Run dog, run!”) ed accenti confinanti con derive shoegaze.
A partire dalle vestigia tardo-grunge della cadenza mesta di “When boys steal candies”, impreziosita da una chitarra svagata quanto basta a disegnare una coda toccante che sa di Swervedriver e Stone Temple Pilots, il copione muta ammorbidendo le atmosfere e ritagliando inattesi sprazzi di melodia all’interno di ballate sghembe, ciondolanti e gustosamente rattristate. E’ il caso di “Monster”, che pennella un singalong la cui epicità è soffocata da ondate di fuzz in minaccioso crescendo; o del passo indolente di “Black lips”, quasi pigrizia da Pavement che naufraga in sequenze non lineari di accordi sbilenchi.
E’ solo il preludio al ritorno rabbioso dei cinque minuti di “Zoo”, strumentale che chiude sulla progressione incupita di distorsioni assortite un album strutturato, granitico, fieramente dritto alla meta senza fronzoli o ammiccamenti di sorta.
I brani si rivestono di suggestioni ipnotiche, complice il canto composto e misurato – da post-rock, si direbbe - di Giuseppe Procida, ideale per sottolineare l’incedere metronomico di trame caracollanti fra echi helmetiani (“Interstellar love”, “Run dog, run!”) ed accenti confinanti con derive shoegaze.
A partire dalle vestigia tardo-grunge della cadenza mesta di “When boys steal candies”, impreziosita da una chitarra svagata quanto basta a disegnare una coda toccante che sa di Swervedriver e Stone Temple Pilots, il copione muta ammorbidendo le atmosfere e ritagliando inattesi sprazzi di melodia all’interno di ballate sghembe, ciondolanti e gustosamente rattristate. E’ il caso di “Monster”, che pennella un singalong la cui epicità è soffocata da ondate di fuzz in minaccioso crescendo; o del passo indolente di “Black lips”, quasi pigrizia da Pavement che naufraga in sequenze non lineari di accordi sbilenchi.
E’ solo il preludio al ritorno rabbioso dei cinque minuti di “Zoo”, strumentale che chiude sulla progressione incupita di distorsioni assortite un album strutturato, granitico, fieramente dritto alla meta senza fronzoli o ammiccamenti di sorta.
"Again" su receindie
Receindie
A quattro anni da "Turtles" torna,col nuovo album, la band di Barletta.
Il trio,abbandonate tastiere e synth, punta su un approccio sempre post rock ma che strizza l'occhio allo stoner. Suoni scuri e potenti(tipicamente stoner) si mescolano con influenze acid/psichedeliche ed elementi shoegaze più intrippanti.
La voce,potente e intensa, si adatta perfettamente all'architettura sonora e ne diventa il perno centrale: connubio perfetto.
Cambiare non è facile, ma quando riesce i risultati si sentono e come. @avioletpine @franticmule
#avioletpine #indie #indieitalia #indieitaliano #musica #musicaindie #musicaindipendente #postrock #stoner #shoegaze #recensione #minimal #receindie #hipster
A quattro anni da "Turtles" torna,col nuovo album, la band di Barletta.
Il trio,abbandonate tastiere e synth, punta su un approccio sempre post rock ma che strizza l'occhio allo stoner. Suoni scuri e potenti(tipicamente stoner) si mescolano con influenze acid/psichedeliche ed elementi shoegaze più intrippanti.
La voce,potente e intensa, si adatta perfettamente all'architettura sonora e ne diventa il perno centrale: connubio perfetto.
Cambiare non è facile, ma quando riesce i risultati si sentono e come. @avioletpine @franticmule
#avioletpine #indie #indieitalia #indieitaliano #musica #musicaindie #musicaindipendente #postrock #stoner #shoegaze #recensione #minimal #receindie #hipster
"Again" recensito dal sito polacco Monarch Magazine
"Questo album di 7 brani appare molto compatto - fino all'osso. Non è un album metal ma queste canzoni di stone(r) -gaze possono comunque risultare interessanti anche a chi ascolta metal".
A violet pine – Again (Autoproduzione) su Indiepercui
http://indiepercui.altervista.org/
Violenza sonora imbrigliata nelle costanti atmosfere di un tempo in dissoluzione che regala attimi di introspezione cosmica pronta a riempire i vuoti che ci portiamo dentro con ripetizioni di anfratti e di mondi perennemente in dissolvenza e attesa. Gli A violet pine sono tornati. Sono tornati con Again un disco criptico e potente, un album intriso di fugaci pensieri e costantemente racchiuso in esplosioni che possono concedere ampie vedute e rivoluzioni alle porte. Il rock oscuro dei NIN, dei Tool degli A perfect circle si mescola alla contemporaneità, raccontando di un mondo in cambiamento, ma non attrezzato al cambiamento stesso. Pezzi come Interstellar love, Again, When boys steal candies sono punti essenziali per una ricerca che non lascia nulla al caso, ma piuttosto diventa attimo, bagliore necessario per comprendere una poetica introspettiva, ma di lucidità davvero invidiabile.
Violenza sonora imbrigliata nelle costanti atmosfere di un tempo in dissoluzione che regala attimi di introspezione cosmica pronta a riempire i vuoti che ci portiamo dentro con ripetizioni di anfratti e di mondi perennemente in dissolvenza e attesa. Gli A violet pine sono tornati. Sono tornati con Again un disco criptico e potente, un album intriso di fugaci pensieri e costantemente racchiuso in esplosioni che possono concedere ampie vedute e rivoluzioni alle porte. Il rock oscuro dei NIN, dei Tool degli A perfect circle si mescola alla contemporaneità, raccontando di un mondo in cambiamento, ma non attrezzato al cambiamento stesso. Pezzi come Interstellar love, Again, When boys steal candies sono punti essenziali per una ricerca che non lascia nulla al caso, ma piuttosto diventa attimo, bagliore necessario per comprendere una poetica introspettiva, ma di lucidità davvero invidiabile.
Tornano gli A Violet Pine con il nuovo disco "Again"
A quattro anni dalla pubblicazione del secondo lavoro, "Turtles", tornano i barlettani A Violet Pine con "Again", uscito il 21 marzo 2019, con una line-up rinnovata e un sound che vira su territori più stoner-shoe-gaze.
Registrato da Cosimo Cirillo ai New Born Records Studios di Barletta e mixato da Beppe “Deckard” Massara, "Again" si presenta come il primo e coraggioso passo di una nuova fase della carriera degli A Violet Pine.
Registrato da Cosimo Cirillo ai New Born Records Studios di Barletta e mixato da Beppe “Deckard” Massara, "Again" si presenta come il primo e coraggioso passo di una nuova fase della carriera degli A Violet Pine.
Il nuovo album del trio è autoprodotto e supera di poco la mezz'ora di un godibilissimo free-art-sound di brand anni novanta e tanta personalità per scrollarsi di dosso gli eventuali ampi riferimenti sonori. "Interstellar love" è una bomba, che ritova un nuova dimensione del doom con una chiave più progressive, tanto da far venire in mente il post-metal dei Neurosis. "Run dog run" ha una cattiveria melodica che ti ammalia sensuale in un vedo-non vedo di decibel. Il pezzo si trascina con una voce deformata/deformante che scala le profondità toccate da album come "Fragile" dei Nine Inch Nails. Questo incedere ti tiene sul filo del rasoio, aspettando un climax prossimo a venire.
"Again" supera Kevin Shields e compagni e si immerge "nella perdita della mente, dell'anima", con queste stesse loro parole in un testo dove si assiste ad una catarsi. "When boys steal candies" è tutto un suono di una generazione che, nei Novanta, non si limitava ad ascoltare i popolari Nirvana, ma approfondiva e si infognava in fughe di eroina e romanticismo, nelle periferie del grunge-mtv-spot, per cercarsi nei Melvins di "Houdini". "Black lips" è un'altra perla che dà in mano una chitarra distorta ad una voce fioca e profonda di un Daniel Johnston che si scopre amico per la pelle dei Jesus and Mary Chain. "Monster" ha un'arrangiamento accattivante dove la chitarra e il basso dialogano raccontandosi storie di giovani persi in strada come nei romanzi di Bret Easton Ellis e film come Kids di Harmony korine/Larry Clark. I Verdena dei duemila senza saperlo erano vicini al trio barlettano o viceversa. "Zoo" è una cavalcata che potrebbe essere usata per sonorizzare l'omonimo romanzo di Isabella Santacroce, tanto è il suo lirirsmo metaletterario.
Un album che ha saputo dosare tutto questo in mezz'ora, senza correre il rischio di annoiare, è un album che diventerà un classico un giorno forse. Perchè come diceva qualcuno:" un classico è un libro che hai voglia di rileggere". Funziona lo stesso con questo disco.
"Again" su Rock Hard Italy di Luglio
"Al di là della pluralità di anime che pervade Again, quello che si stratifica alla fine di ogni ascolto è la consapevolezza della maturità del gruppo, in grado di focalizzare diverse prospettive artistiche in un contesto dotato di spessore e personalità, che travalica con decisione i confini di genere andando alla ricerca di soluzioni originali e, soprattutto, personali."
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