A quattro anni dalla pubblicazione del secondo lavoro, "Turtles", tornano i barlettani A Violet Pine con "Again", uscito il 21 marzo 2019, con una line-up rinnovata e un sound che vira su territori più stoner-shoe-gaze.
Registrato da Cosimo Cirillo ai New Born Records Studios di Barletta e mixato da Beppe “Deckard” Massara, "Again" si presenta come il primo e coraggioso passo di una nuova fase della carriera degli A Violet Pine.
Registrato da Cosimo Cirillo ai New Born Records Studios di Barletta e mixato da Beppe “Deckard” Massara, "Again" si presenta come il primo e coraggioso passo di una nuova fase della carriera degli A Violet Pine.
Il nuovo album del trio è autoprodotto e supera di poco la mezz'ora di un godibilissimo free-art-sound di brand anni novanta e tanta personalità per scrollarsi di dosso gli eventuali ampi riferimenti sonori. "Interstellar love" è una bomba, che ritova un nuova dimensione del doom con una chiave più progressive, tanto da far venire in mente il post-metal dei Neurosis. "Run dog run" ha una cattiveria melodica che ti ammalia sensuale in un vedo-non vedo di decibel. Il pezzo si trascina con una voce deformata/deformante che scala le profondità toccate da album come "Fragile" dei Nine Inch Nails. Questo incedere ti tiene sul filo del rasoio, aspettando un climax prossimo a venire.
"Again" supera Kevin Shields e compagni e si immerge "nella perdita della mente, dell'anima", con queste stesse loro parole in un testo dove si assiste ad una catarsi. "When boys steal candies" è tutto un suono di una generazione che, nei Novanta, non si limitava ad ascoltare i popolari Nirvana, ma approfondiva e si infognava in fughe di eroina e romanticismo, nelle periferie del grunge-mtv-spot, per cercarsi nei Melvins di "Houdini". "Black lips" è un'altra perla che dà in mano una chitarra distorta ad una voce fioca e profonda di un Daniel Johnston che si scopre amico per la pelle dei Jesus and Mary Chain. "Monster" ha un'arrangiamento accattivante dove la chitarra e il basso dialogano raccontandosi storie di giovani persi in strada come nei romanzi di Bret Easton Ellis e film come Kids di Harmony korine/Larry Clark. I Verdena dei duemila senza saperlo erano vicini al trio barlettano o viceversa. "Zoo" è una cavalcata che potrebbe essere usata per sonorizzare l'omonimo romanzo di Isabella Santacroce, tanto è il suo lirirsmo metaletterario.
Un album che ha saputo dosare tutto questo in mezz'ora, senza correre il rischio di annoiare, è un album che diventerà un classico un giorno forse. Perchè come diceva qualcuno:" un classico è un libro che hai voglia di rileggere". Funziona lo stesso con questo disco.
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