giovedì 11 aprile 2019

La prima recensione di "Again" è su Rockit.it

da Rockit

Di notte l’asfalto sfuma le sue tonalità di grigio con quelle del guard-rail, entrambe scurite dal manto nero del cielo. Poche luci penetrano il buio e, quando accade, caravaggesche memorie rivivono dentro scenari contemporanei di cemento, semafori e autogrill; e più che nella prepotenza accecante del giorno, è proprio lì, in quell’oscurità interrotta, che si riescono a distinguere meglio le diverse gradazioni di luce e i loro colori al neon. Lungo questa autostrada notturna sembrano procedere i brani di “Again”, nuovo lavoro dei pugliesi A Violet Pine, che dall’ombra prendono vita, forma e pochi ma vividi colori, e avanzano con passo ebbro attraverso il deserto delle città assopite.
Lo scenario oscuro è costruito attraverso accordi plumbei e post-grunge con distorsioni sabbiose su cui danzano qua e là le sagome delle intense scene strumentali, a volte abbaglianti come stelle comete incandescenti che squarciano il buio (ad esempio in “When Boys Steal Candies”) e altre volte esplosive fonti di nubi tossiche (come in “Run Dog, Run!”).
Novità di questo lavoro, oltre ad una line-up leggermente modificata (che annovera Giuseppe Procida alla voce e alle chitarre, Francesco Bizzoca al basso e Paolo Ormas alla batteria) è l’assenza dei synth di cui i nostri avevano fatto sapiente uso nei primi due album, “Girl” del 2013 e “Turtles” del 2015. La ricerca di un suono maturo e meno plastico li porta a fare un salto all’indietro nel tempo, avventurandosi nel cuore degli anni 90 e rapendone i tappeti di chitarre ostinate e i riff malati su cui la voce, onirica e fumosa, diventa una voce narrante, quasi attrice fuori campo, che striscia alcolica sul terreno ruvido e scabro della sezione strumentale protagonista.
Il primo singolo, nonché title-track del disco, è la sublimazione degli intenti della band ma soprattutto la migliore sintesi, ed è accompagnato da un videoclip che, seppur minimale, riesce a fondere disillusione e rinascita, lotta e passione.
Si può certamente dire che con “Again” gli A Violet Pine si confermano una delle migliori realtà “stoner-gaze” italiche, in grado di guidarci verso desertiche evasioni.  

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