lunedì 26 agosto 2013

Nuova intervista online

da ithinkmagazine.it
Thumbnail: uno sguardo sugli A Violet PinePDFStampaEmail
Martedì 30 Luglio 2013 17:45
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THUMBNAIL – Uno sguardo sul panorama indipendente italiano
Uno sguardo sugli A VIOLET PINE

1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Il nostro gruppo si chiama A Violet Pine, ed è composto da Paolo OrmasPasquale Ragnatela e Beppe Procida. Siamo di Barletta. La musica che proponiamo è una risultanza della commistione fra elettronica, post-rock e trip-hop.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Credo di no :) Abbiamo semplicemente creato un disco, senza alcuna pretesa, e siamo felici quando qualcuno lo ascolta.

3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Se proprio dovessimo fare questo esperimento potremmo impostare come parametri i Cure, svoltando per iMassive Attack all'incrocio con i Motorpsycho. Poi seguire i Radiohead fino ai Joy Division. Queste sono tutte strade a quattro corsie. Noi siamo una stradina di campagna.

4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Abbiamo deciso di puntare su Girl, il nostro singolo. Crediamo che in questo brano siano presenti un po' tutte le sfumature che compongono la nostra musica. Il video del singolo è stato girato da Ruggiero Scardigno e Massimiliano Dicorato ed è possibile vederlo e ascoltarlo a questo link:http://www.youtube.com/watch?v=27tdP2Rax7g

5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Disintegration dei Cure.

6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Siamo soddisfatti di tutti i live che abbiamo fatto perché chi ci ha ospitato è stato sempre cordiale e disponibile.

7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Qualsiasi locale dia la possibilità di esibirsi in concerto ha tutta la nostra stima, a prescindere dallo spazio o dall'impianto a disposizione. E poi tutti i posti in cui ci siamo esibiti hanno un proprio stile che li caratterizza.

8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Giochiamo in casa e rispondiamo conOrchestra Dark Italiana(http://www.youtube.com/watch?v=t8TCgu8ebJ8),  The Rest Side(http://www.youtube.com/watch?v=6zjKt1uFLss) e Uro(http://www.youtube.com/watch?v=b78ymIAQRXc).

9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Abbiamo il nostro blog ufficiale (http://avioletpine.blogspot.it/) e la pagina facebook https://www.facebook.com/avioletpinemusic costantemente aggiornate su tutto quello che ci riguarda.

10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
D: State lavorando ad un nuovo progetto?
R: Sì. Il titolo sarà Turtles On A Gorgeous Shore.

DORIANA TOZZI

giovedì 22 agosto 2013

A VIOLET PINE su SHIVERWEBZINE

A Violet Pine – Girl (2013 – Seahorse Recordings)

By Shiver on 1st, agosto 2013 with 0 commenti in Recensioni

a-violet-pine-cover2013A Violet Pine è un progetto tutto italiano che nasce dalle precedenti esperienze di Beppe ProcidaPaolo Ormas e Pasquale Ragnatela e tra varie contaminazioni arrivano all’esordio con il primo disco intitolato Girl; un disco “corrosivo” per la mente con una voce che sussurra e inquieta tra tappeti di synth e linee di basso.
L’evidente passione per i Massive Attack li porta a cimentarsi in scenari bristoliani dai suoni plumbei e densi di fumo, un’elettronica intelligente e curata che ritroviamo in “Pathetic” e nella title track “Girl”, ricca di suggestioni per come sia in grado di ricreare immagini cinematografiche facendo invidia ad un certo Unkle. Purtroppo il disco non contiene solo perle di alto livello e si ritrova con qualche pezzo che fa da riempitivo qua e là: “And Then” con il suo pop troppo piacione gioca troppo a fare i Giardini Di Mirò, mentre con “Sam” la voce si aà primo “strumento” e tira fuori un’inglese evidentemente macchinoso e tutt’altro che piacevole da sentire. Sono comunque piccole pecche che si fanno perdonare per la grande varietà e capacità di cambiare stilemi senza paura, dal trip-hop al post-rock e fino al songwriting. La notevole capacità compositiva viene provata soprattutto sulla parte finale  del disco con la bella e toccante “Fragile” e la genialata di “Pop Song For  Nice People” che chiude tra ritmi ubriachi in un bellissimo tramonto sintetico.
Personali e ingegnosi nel saper creare nuove melodie seppur con qualche pecca ma si può sempre rimediare con un secondo disco.
(Andrea Tamburini)

A VIOLET PINE su Irradia.it

A Violet Pine: “Girl”. La recensione

A volte capitano tra le mani dei dischi molto particolari, che non hanno catalogazione ma che si muovono in varie direzioni musicali senza una etichetta precisa, quasi come mostri che si dimenano in una gabbia troppo piccola per loro. “Girl“, il disco di esordio degli A Violet Pine, ricorda questa immagine.
Se si va sul sito ufficiale del gruppo si trova questa scritta che campeggia in alto:
“A Violet Pine potrebbe essere una parte di te. A Violet Pine è solo un pretesto per scacciare la solitudine. A Violet Pine è un albero immaginario. A Violet Pine significa violenza, sentimenti, distanza, felicità. Il proposito è lo scoprire, l’abbracciare il respiro di ognuno…Noi siamo  a violet pine… amore” .
Una definizione particolare e pesante, che rende però bene l’idea della poliedricità di questo trio di Barletta (Beppe Procida alla voce, chitarra e synth, Pasquale Ragnatela al basso, piano e seconda voce e Paolo Ormas alla batteria e sequencer) che si è ritrovato insieme dopo varie esperienze musicali personali ed ha deciso di dare origine ad una formazione che avesse alla base del suo progetto la ricerca e la sperimentazione sulla linea sottile che divide i contrasti e le mescolanze.
Se proprio vogliamo dare un’etichetta a questo lavoro, possiamo parlare di electro-post-rock new wave. Il che vuol dire pressappoco tutto e niente. “Girl” (uscito per la Seahorse Recordings), è una sorta di grande contenitore in cui i nostri tre musicisti sfogano le loro idee e le loro tensioni trasformandole in suoni e suggestioni musicali per 45 minuti dove regnano atmosfere sognanti, suoni sintetici, rumori e chitarre.

L’album viene introdotto dall’ipnotica “Pathetic” e dalla titletrack “Girl“, due brani che ricordano molto le astmosfere sonore cupe e ritmate dei Recoil di Alan Wilder e degli Ex.Wave, grazie anche alla voce così sussurrata e particolare. Il disco mostra anche la sua parte più tranquilla e riflessiva con i brani “Even If It Rains“, l’orecchiabile “And Then” e la ballad acustica “Family“.
Il disco si rituffa subito dopo nell’elettronica più cupa con “25mg of happiness” e con l’accattivante “Sleep“, che oscilla tra l’elettronica e il rock. “Sam” evoca ricordi ed atmosfere quasi sognanti che virano e quasi stridono nel finale così rock e distorto di “Fragile“, una sorta di brano riepilogo di tutto l’album, dove tutto quello che i A Violet Pine sanno fare è messo lì dentro in una canzone che ha il sapore più del contenitore musicale che del brano vero e proprio. Il disco si conclude infine con “Pop Song For Nice People”, una canzone che lascia un attimo interdetti per il suo essere quasi pop ma senza perdere quel mix caratteristico e poco etichettabile  che contraddistingue tutto questo primo disco degli A Violet Pine.
Girl” è un disco davvero poco “radiofonico” in senso stretto e più adatto ad un ascolto casalingo e oserei dire notturno, grazie alle sue atmosfere sospese e molto particolari che ricordano alla lontana alcuni lavori del post rock alla Radiohead misti ai Depeche Mode più sperimentatori, quelli del lato Alax Wilder (Recoil) per intenderci. Così tanta sperimentazione paga un prezzo però, soprattutto per chi non è abituato ad un genere così particolare, soprattutto per il cantato così particolare e ripetitivo che potrebbero stancare presto un ascoltatore poco assuefatto ad atmosfere così rarefatte ed elettroniche. Un disco molto particolare.

A VIOLET PINE su Stordisco la recensione di GIRL

A Violet Pine - Girl (Recensione)

http://stordisco.blogspot.co.uk/2013/07/a-violet-pine-girl-recensione.html#.UhXwapJw1SI


Basta dare un'occhiata alla cover di questo Girl ed un ascolto anche solo della prima traccia “Pathetic” per accorgersi in fretta che l'album d'esordio degli A Violet Pine (Beppe Procida a chitarra, synth e voce, Pasquale Ragnatela a basso e piano e Paolo Ormas alla batteria e sequencer) è tutto tranne che il tipico album estivo. Muovendosi in un solco che unisce trip-hop, new wave oscura e arpeggi chitarristici che lasciano qualche strascico di post rock la band sforna un connubio interessante, in cui la voce sussurrante di Beppe aiuta a lasciarsi trascinare dalle note.
I pezzi degli A Violet Pine sembrano quasi costruiti per sottrazione, appoggiandosi ad uno scheletro di ritmo su cui chitarra e synth costruiscono punteggiature minimali, una decisione che dà all'intero album un'impronta personale molto forte ma che all'inizio lascia un po' perplessi. “Pathetic”, “Girl” e “Even If It Rains” rappresentano un trittico introduttivo che stenta a coinvolgere l'ascoltatore, colpa forse anche di un cantato che, pur sposandosi alla perfezione con le atmosfere proposte, risulta fin troppo amalgamato al tessuto sonoro senza dare una scossa che sembra necessaria. Le atmosfere un po' più lievi della terza traccia sono comunque il viatico per un pezzo simile ma ben più convincente “And Then”, e da lì in poi di motivi per apprezzare il lavoro del trio se ne trovano più d'uno. L'oscura “Family” innanzitutto, in cui un dolente giro di chitarra acustica ci accompagna per tutti i 3 minuti abbondanti del percorso aiutato pian piano da tastiera e synth, “Fragile” col suo lento dipanarsi di atmosfere rarefatte in cui gli arpeggi della chitarra elettrica non preparano certo allo spiazzante tripudio distorsivo finale, su cui il synth si appoggia in modo ossessivamente convincente, la ballad fuori dai canoni classici “Sam”, guidata dal piano e da una voce più presente in cui il ritmo percussivo in sottofondo si fa sempre più incalzante fino a rendere il brano completamente elettronico nel finale. Piacevoli ma non epocali “25 mg Of Happyness” e la conclusiva “Pop Song For Nice People” mentre sa di occasione sprecata “Sleep”, ossessivo viaggio sonoro in cui gli elementi si accavallano in maniera convincente col procedere dei minuti ma che con l'arrivo delle grevi distorsioni finali perde di appeal a causa della voce di Beppe, mutuata in stile Thom Yorke in una maniera che funziona solo finchè le atmosfere rimangono rarefatte.
Di motivi per promuovere a pieni voti il trio che esordisce sotto la benevola ala di Seahorse ce ne sono, tuttavia la sensazione che rimane alla fine di queste 10 tracce è quella di un potenziale non completamente espresso, tentennante in qualche punto. E' normale per un gruppo al primo album, ma la mia scommessa personale è che quel voto in più che manca in fondo se lo potranno meritare appieno con un seguito che sappia espandere pienamente un universo creativo già di per sé originale e convincente. See you soon.

Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Seahorse

A VIOLET PINE la recensione di GIRL su BASSA FEDELTA'

da BASSA FEDELTA'

Un disco inquietante e pericoloso, come ogni sofferto atto - o tentativo - di verità.



sabato 20 luglio 2013

A VIOLET PINE Copertina e Recensione su MUSIC CLUB

Disco d’esordio per il power trio pugliese degli A Violet Pine, composto da Beppe Procida, Paolo Ormas e Pasquale Ragnatea. Molto curiosa la proposta musicale della band, che dal vivo rimane saldamente ancorata ad una classica struttura rock (chitarra-basso-batteria), crea un magma elettrico-emotivo assolutamente originale, per un sound dotato di propria definita identità che sfugge da ogni possibile categorizzazione. Di fatto, il sound espresso dal disco è una fusione di melodie grunge, ritmi trip-hop e sovrapposizioni elettroniche, con un sottofondo dalle velate atmosfere new wave. I testi, in inglese, raccontano esperienze e sensazioni di vari protagonisti illusori che palano sempre in prima persona.

http://www.musicclub.eu/giornale/2013-06/recensioni/a-violet-pine-girl



A VIOLET PINE su SHARE THIS MAGAZINE

mercoledì 17 luglio 2013

A VIOLET PINE su LOUDVISION, la recensione

A Violet Pine: Girl 02/07/2013
A Violet Pine: Girl
576 letture
Anno: 2013
Etichetta: Seahorse Recordings
Distribuzione: Audioglobe

Ecco dov'era finito il post-rock
Là fuori c'è ancora del post-rock che si ricorda della necessità di veicolare un'urgenza, un tormento, una qualche sfocata e dissonante istantanea del contemporaneo. Tra Bergamo e Barletta, gli A Violet Pine si sobbarcano questo compito con abnegazione e soprattutto grande gusto. Il risultato è una miscela inqualificabilmente splendida e cupamente splendente di NIN, Radiohead, Mogwai e Morphine.
Molto molto vicina ad essere irrinunciabile.

ONE LOUDER

Prima dell'ascolto portatevi una mappa, anche vaga, dell'interno della vostra anima. Vi servirà: i fantasmi di "Family", "Fragile" e "Pathetic" hanno intuizioni alienanti che stanno per farvi dubitare di essere ancora dentro voi stessi. Chitarre levigate, synth lisergici, bassi dub e trip hop: tutto scompare addentrandosi in queste psichedelie al rallentatore, che trasformano singoli battiti cardiaci in eventi tutt'altro che scontati, e rendono alle emozioni l'antico ruolo di epifanie improvvise di sé. Non privatevene.
Otto e mezzo.

PRO

  • Post-rock puro, e puramente posto al servizio di occhio ed emozione. Raro trovarne ancora.
  • Il coraggio di un ascolto pesante e pensante.

CONTRO

  • Il cantato del bravo Beppe Procida, evocativo ma qua e là artificioso.

martedì 16 luglio 2013

A VIOLET PINE su RockShock.it

da RockShock.it

A Violet Pine

Girl

(CD, Seahorse Recordings)
post industrial
________________

a-violet-pineGli ingredienti essenziali per fare in modo che un disco possa riempirmi di meraviglia sono principalmente concentrati sulla qualità dei suoni e sul flusso che congiunge l’anima della band all’aura emozionale che ti fa evadere la mente.
E’ questo il caso degli A Violet Pine, piacevole sorpresa per le mie orecchie col loro recente Girl, un bel misto di elettronica e post-rock manovrato con sequencer e pad dietro uno sfondo di synth, basso e chitarre dal sensibile tocco di arpeggi che solo band come Explosions In The Sky riescono a deliziare con la stessa intensità.
Ancor più affascinante è il modo in cui questa band è capace di spiazzarti canzone dopo canzone, ascolto dopo ascolto.
Quello che ne viene fuori in alcuni punti è del folk di ottima caratura come in Family, ma non fai in tempo ad abituarti a ciò che stai ascoltando che ti ritrovi catapultato in una dimensione trip hop, dove le immagini diventano di colpo distorte da sfuriate di chitarre noise (come nel finale di Fragile), dove la voce mi riporta a quel cantato british che in Italia solo band come i MiceCars sono riuscite a rendere credibile all’estero.
In Girl, brano che dà il nome all’album, sembra quasi di sentire la stessa cura magistrale dei suoni degli Atoms For Piece nell’ultimo lavoro Amok. Ma più in generale nell’album appaiono anche le influenze delle creature di Trent Reznor (anche se più How to Destroy Angels che Nine Inch Nails).
Aggiungiamo un tocco di new-wave alla Joy DIvision rimodernizzata con perfette trame ad incastro tra loops e ritmiche morbide di cassa e rullante, e ci troviamo nell’ipnotica e conclusiva 25mg Of Hapiness.
Ora vi chiedo, con la consapevolezza dei confronti azzardati fatti in precedenza, di non giudicarmi se non avete prima ascoltato l’album in questione.
Quando si parla di artisti geniali come Thom Yorke si sa che ogni paragone diventa impietoso. Parlando esplicitamente degli A Violet Pine, possiamo dire senz’altro che abbiamo di fronte una band validissima nel genere post-industrial.
Nelle dieci tracce di Girl avrete modo di trarne voi stessi il vero valore.

martedì 2 luglio 2013

La recensione di "Girl" su Melodicamente.com

A Violet Pine: “Girl”. La recensione

da Melodicamente.com

Stefano Pellone



A volte capitano tra le mani dei dischi molto particolari, che non hanno catalogazione ma che si muovono in varie direzioni musicali senza una etichetta precisa, quasi come mostri che si dimenano in una gabbia troppo piccola per loro. “Girl“, il disco di esordio degli A Violet Pine, ricorda questa immagine.
Se si va sul sito ufficiale del gruppo si trova questa scritta che campeggia in alto:
“A Violet Pine potrebbe essere una parte di te. A Violet Pine è solo un pretesto per scacciare la solitudine. A Violet Pine è un albero immaginario. A Violet Pine significa violenza, sentimenti, distanza, felicità. Il proposito è lo scoprire, l’abbracciare il respiro di ognuno…Noi siamo  a violet pine… amore” .
Una definizione particolare e pesante, che rende però bene l’idea della poliedricità di questo trio di Barletta (Beppe Procida alla voce, chitarra e synth, Pasquale Ragnatela al basso, piano e seconda voce e Paolo Ormas alla batteria e sequencer) che si è ritrovato insieme dopo varie esperienze musicali personali ed ha deciso di dare origine ad una formazione che avesse alla base del suo progetto la ricerca e la sperimentazione sulla linea sottile che divide i contrasti e le mescolanze.
Se proprio vogliamo dare un’etichetta a questo lavoro, possiamo parlare di electro-post-rock new wave. Il che vuol dire pressappoco tutto e niente. “Girl” (uscito per la Seahorse Recordings), è una sorta di grande contenitore in cui i nostri tre musicisti sfogano le loro idee e le loro tensioni trasformandole in suoni e suggestioni musicali per 45 minuti dove regnano atmosfere sognanti, suoni sintetici, rumori e chitarre.
A Violet Pine - "Girl" - Artwork
A Violet Pine – “Girl” – Artwork
L’album viene introdotto dall’ipnotica “Pathetic” e dalla titletrack “Girl“, due brani che ricordano molto le astmosfere sonore cupe e ritmate dei Recoil di Alan Wilder e degli Ex.Wave, grazie anche alla voce così sussurrata e particolare. Il disco mostra anche la sua parte più tranquilla e riflessiva con i brani “Even If It Rains“, l’orecchiabile “And Then” e la ballad acustica “Family“.
Il disco si rituffa subito dopo nell’elettronica più cupa con “25mg of happiness” e con l’accattivante “Sleep“, che oscilla tra l’elettronica e il rock. “Sam” evoca ricordi ed atmosfere quasi sognanti che virano e quasi stridono nel finale così rock e distorto di “Fragile“, una sorta di brano riepilogo di tutto l’album, dove tutto quello che i A Violet Pine sanno fare è messo lì dentro in una canzone che ha il sapore più del contenitore musicale che del brano vero e proprio. Il disco si conclude infine con “Pop Song For Nice People”, una canzone che lascia un attimo interdetti per il suo essere quasi pop ma senza perdere quel mix caratteristico e poco etichettabile  che contraddistingue tutto questo primo disco degli A Violet Pine.
Girl” è un disco davvero poco “radiofonico” in senso stretto e più adatto ad un ascolto casalingo e oserei dire notturno, grazie alle sue atmosfere sospese e molto particolari che ricordano alla lontana alcuni lavori del post rock alla Radiohead misti ai Depeche Mode più sperimentatori, quelli del lato Alax Wilder (Recoil) per intenderci. Così tanta sperimentazione paga un prezzo però, soprattutto per chi non è abituato ad un genere così particolare, soprattutto per il cantato così particolare e ripetitivo che potrebbero stancare presto un ascoltatore poco assuefatto ad atmosfere così rarefatte ed elettroniche. Un disco molto particolare.
6.0/10