martedì 12 novembre 2013

La Recensione di "Girl" su Distorsioni.net

11 novembre 2013

A Violet Pine

GIRL 

2013 - Seahorse Recordings 
girlAscoltando il cd per la prima volta, com’è nostra abitudine, con estrema attenzione e senza essere condizionati dalla lettura di note stampa e dati autobiografici verrebbe da pensare che dietro il nome A Violet Pine si nasconda un one man band che fa tutto da solo tanto i suoni sono minimali e delicati. Non è così, A Violet Pine è un consolidato trio i cui componenti pur esprimendosi insieme in questo primo album hanno esperienze precedenti sia live che in altri gruppi dei quali hanno fatto parte. Beppe Procida (voce, chitarra e synth), Paolo Ormas (batteria e sequencer) e Pasquale Ragnatela (basso, piano e seconda voce), creano un amalgama interessante tra i suoni sintetici dei synth e dei sequencer e quello più umano delle chitarre e degli strumenti più tradizionali. La musica è un synth-pop delicato e suadente figlio principalmente degli anni novanta, ma proiettato verso il futuro e non c’è ombra del power trio dichiarato nelle note che accompagnano il cd. Forse dal vivo il gruppo potrà avere quella carica power (addirittura grunge!) annunciata che però in questo album non viene assolutamente rivelata e di cui non vi è traccia. E’ piuttosto un trip hop fururibile che la fa da padrone in questi dieci brani per un totale di quarantaquattro minuti narcolettici e sottofondisti non spiacevoli ma nemmeno da far gridare al miracolo.

a violet pine trioEd è naturalmente dura per ogni cantante muoversi in un dolente recitar cantando con un fil di voce sussurrato se non ti chiami Thom Yorke, e infatti il fantasma di quest’ultimo appare magicamente inSleep, forse il brano migliore che entra di diritto nella “Radiohead Corporation” per indolenza minimale di suoni e voci. E tra lievi reiterate percussioni, leggeri tocchi di pianoforte, eterei arpeggi chitarristici si crea un modus personale e particolare che vede in Girl,canzone che titola l’album, una delle cose più belle, insieme al brano che apre il disco Pathetic e a Fragile che sferza il suo finale con ondate sintetiche che sfumano nel nulla. Ma nonostante la piacevolezza dei singoli brani c’è, purtroppo, il concreto rischio di cadere nel soporifero a causa del cantato sospirato e ostinatamente sussurrato sempre uguale e monocorde per tutta la durata dell’album facendolo diventare un disco più da sottofondo che non da massima attenzione. Buona la conclusione con l’accattivante “samba” trasversale Pop song for nice people che chiude dignitosamente un prodotto di nicchia che piacerà agli appassionati di certo trip hop e a chi ricorda alcune cose del Gary Numan anni ottanta più delicato ed etereo. Il cd contiene anche il video di Girl Il brano che dà il titolo all’album.
Maurizio Pupi Bracali
uscita: 15 aprile 2013


venerdì 1 novembre 2013

Intervista su Musicalnews

Passione e duro lavoro nell’universo post-rock. L’intervista su Musicalnews agli A Violet Pine in occasione del nuovo album Girl 
Il 2013 vede l'entrata in campo di una nuova formazione: i A Violet Pine, tra Cure e Radiohead. Nella intervista, tanti consigli per le nuove leve e gustose curiosita' relative al nuovissimo album Girl.
Il 2013 vede l'entrata in campo di una nuova formazione: i A Violet Pine, tra Cure e Radiohead. Nella intervista, tanti consigli per le nuove leve e gustose curiosita' relative al nuovissimo album Girl.

Il progetto nasce dal connubio di un’idea di Beppe Procida con l’esperienza di Paolo Ormas e Pasquale Ragnatela. Intessendo tetre atmosfere dark-wave, evanescenti sonorità post-rock, e dosi massicce di armonie psichedeliche, la ricchezza del quadro finale salta agli occhi al primo ascolto. Musicalnews ha intervistato per voi i membri della band, adesso che è disponibile a tutti il nuovo album “Girl”, registrato da Seahorse Recordings e distribuito daAudioglobe .

D: Inizierei col dire che siete tutti veterani del mondo musicale. Cosa potete dirci delle vostre esperienze precedenti a questa formazione, e quanto ha inciso tutto questo sul nuovo “A Violet Pine”? 
R: “Abbiamo tutti e tre diverse esperienze musicali alle spalle con altri vari gruppi. Paolo suonava negli Orient Express in ambiente stoner e psichedelico, ed attualmente rivisitazioni di classic rock con i Rainbow Brigde; Pasquale era il cantante ed il bassista dei Vipida, nel grunge, ed io (Beppe) nel genere post-rock con gli Ablepsya. Nel 2010 è nato questo nuovo progetto dove cerchiamo di confluire tutte le esperienze passate ma in un'ottica nuova e del tutto differente.

D: Uno dei punti di forza di “Girl” risiede sicuramente nelle sonorità evocative. In che modo si arriva a questi suoni, e come si articola il vostro processo di composizione?
R: Il nostro processo compositivo è in realtà abbastanza diverso da quello adottato da molte band. Utilizziamo molto la Rete per scambiarci spunti, idee e piccole registrazioni. Solitamente arriviamo in sala prove con il brano completo all' 80%. Questo modo di agire limita i tempi morti, e ci stimola a concentrarci maggiormente sulle particolari sonorità che fanno da sfondo al nuovo album.

D: Domanda di rito. Quali sono i vostri artisti preferiti e quindi le vostre influenze musicali?
R: 
I nostri artisti preferiti sono CureMassive AttackRadiohead,Motorpsycho per matenerci sul vago.
Poi ognuno di noi ha delle preferenze; ad esempio Pasquale è un amante della musica classica, Paolo della psichedelia degli anni settanta.

D: Su quale singolo tratto da “Girl” avete deciso di far convergere la maggior parte dello sforzo commerciale?
R:
 Abbiamo deciso di puntare su Girl che è anche il titolo del disco. Crediamo che in questo brano siano presenti un po' tutte le sfumature che compongono la nostra musica. Abbiamo realizzato un video che si sposa molto bene con quel tipo di atmosfere, è presente su Youtube ed è stato girato da Ruggiero Scardigno e Massimiliano Dicorato della Rumax Filmakers. Ultimamente abbiamo realizzato anche un secondo video promozionale per il brano “Sleep” , dove molto semplicemente suoniamo all’interno di un garage.

D: Reputate più importante pubblicare un buon album, o la priorità è tutta per l’esibizione live?
R: 
Difficile dare una risposta, perché sono entrambi importanti per una band. Oggigiorno il concerto è l'unica maniera per vendere qualche copia, ma è anche vero che spesso il live e il disco sono due cose molto differenti. Nel nostro caso nel live siamo molto più fisici, mentre il disco risulta più "da viaggio". Sono due aspetti della band che tendiamo a differenziare anche perché l'ascolto avviene in stati d'animo e situazioni mentali differenti tra loro.

D: Siete riusciti ad incidere un album e a divenire musicisti affermati. Questo percorso vi ha regalato più gioie o dolori?
R: 
È una soddisfazione. Poter toccare con mano la prova tangibile tuo lavoro come artista è sempre un gran cosa. Poterla condividere e presentare in giro è qualcosa di ancor più gratificante che la quantità di persone ad apprezzarla veramente.

D: Un commento alla situazione attuale della discografia italiana ?
R:
La discografia italiana è un'illusione. Crediamo che esistano i colpi di fortuna e la congiunzione astrale. La qualità e il talento non bastano quasi mai. Solo il duro lavoro e la caparbietà a volte pagano.

D: Sogni nel cassetto e progetti futuri?
R:
 Far subito un altro album e riuscire a portare il nostro progetto all'estero, dove esistono luoghi più ricettivi al nostro tipo di sonorità. Ci stiamo lavorando e non è detto che in futuro troppo lontano non riusciamo ad organizzare un tour in Germania o in Belgio.

domenica 20 ottobre 2013

Nuova recensione di "Girl" su Raw & Wild

da Raw & Wild
Reviews - A Violet Pine
:: A Violet Pine - Girl - (Seahorse Recordings - 2013)
Basi elettroniche scorrono come scandite da sintetici giri armonici dai sentori dub e una voce appena sussurrata, inquieta, per i primi due minuti circa, creando scenari introspettivi che ad un certo punto svoltano proprio dove dovrebbero, dove vorresti, in cori appena sussurrati e vibrazioni rilassate e più distese; sto ascoltando “Pathetic”, la prima delle dieci tracce dell’album degli “A Violet Pine”, sperimentale band pugliese (ma che per me potrebbe essere tranquillamente sbarcata da Bristol!) alle prese con il loro debut dal titolo “Girl”. Un album fondamentalmente umorale che tende al chiaroscuro e alle sfumature che ne comporta, distinguendosi così dal più classico trip-hop che tende di solito a rallentare le melodie nel tentativo di creare un sound cupo e pesante. Che poi si tratti di new wave piuttosto che di trip-hop, più elettronica e meno post-rock è difficile da stabilire, c’è di fatto che lo stile compositivo degli A Violet Pine è riconducibile solo agli A Violet Pine e alla buona musica che hanno masticato e a cui si sono ispirati. “Girl” è la traccia che dà il titolo al full length, oltre ad enfatizzarne l’intera essenza noir con tutto il fascino che ne consegue; la crescente tensione del pezzo è dovuta ad un calibrato incedere di strumenti “tradizionali” con le sonorità elettroniche in un gioco di furbi riempimenti, stessa atmosfera che ritroviamo in “Sleep”, traccia coinvolgente che allo stesso tempo disorienta per l’improvviso cambio di registro, a mio avviso la traccia più intrigante dell’album. Chiari riferimenti al post-rock nei brani “And Then” e “25mg Of Happiness” danno spazio a voci più distese e ritmi sempre più scanditi da batteria e chitarra, la malinconica “Family”, impreziosita da un’intima chitarra che accompagna la voce di Beppe Procida e dalla eleganti e discreti suoni della tastiera, ci mostrano una delle tante nature dei versatili A Violet Pine… cosa ci deve aspettare da quest’album? Sicuramente un coinvolgimento umorale a trecentosessanta gradi! “Girl” è un album originale, ben realizzato, dal booklet alla realizzazione del video ufficiale della title track, un “trip” che non può lasciare indifferenti.
voto: 8,5/10
sara centaro

Contact:
www.avioletpine.com

sabato 5 ottobre 2013

giovedì 3 ottobre 2013

A VIOLET PINE su ROCKERILLA(Settembre)

Trio italiano al debutto che mescola post-rock, trip-hop e tetre atmosfere dark wave, il tutto espresso tramite l'idioma anglofono. Gelide atmosfere sospese in un livido spleen esistenziale si posano sulle tracce suonate dalla band, che mostra di sapersi destreggiare in un nomade eclettismo.


mercoledì 25 settembre 2013

Girl: l'album d'esordio dei Violet Pine

Un progetto tutto italiano del giovane trio poliedrico pugliese

di Ilaria Galiano
10Set2013
    Girl: l'album d'esordio dei Violet Pine
    Talora accade che un album sfugga ad una precisa classificazione, “accorpando” diverse influenze musicali.
    Girl”, con cui hanno esordito i Violet Pine, è uno di questi album, che fa delle mescolanze di generi differenti e della sperimentazione il suo leit motiv.
    Trip hop, grunge, sovrapposizioni elettroniche ed atmosfere new wave, su una tipica base rock, sono infatti gli ingredienti di questa ricetta musicale tutta italiana, per quanto i testi dei brani siano in inglese, nata da un trio di Barletta.
    Beppe Procida (voce, chitarra e synth), Pasquale Ragnatela (basso, piano e seconda voce), e Paolo Ormas (batteria e sequencer) si sono trovati insieme dopo le personali esperienze musicali, creando un sound assolutamente originale, dotato di una propria identità.
    “Girl”, uscito per la Seahorse Recordings, è così assurto a grande contenitore nel quale il trio ha riversato idee e tensioni trasformandole in sonorità che spaziano tra suoni sintetici, chitarre ed atmosfere velate.
    Il risultato? E’ un sottile fil rouge che congiunge la sfera emotiva della band a quella del pubblico, che si lascia coinvolgere, evadendo con la mente.

    Da ascoltare.

    martedì 17 settembre 2013

    OnLine il NON VIDEO di "SLEEP"

    "Sleep" è il secondo singolo estratto da "Girl" - il 1° album di A Violet Pine uscito a Maggio 2013 per la Seahorse Recordings/Audioglobe

    Filmed by
    Ruggiero Scardigno - Massimiliano Dicorato


    lunedì 9 settembre 2013

    Intervista su Sport Vicenza

    Intervista con A Violet Pine da Sport Vicenza

    A Violet Pine sono Beppe Procida (voce, chitarra, synth), Paolo Ormas (Batteria, sequencer) e Pasquale Ragnatela (basso, piano, seconda voce). Da poco è uscito il loro album “Girl”… ed ecco l’intervista gentilmente rilasciata…

    Come si sono formati gli A Violet Pine?
    A Violet Pine e' partito come un progetto solista del sottoscritto (Giuseppe Procida – voce e chitarra) ma poi si e' sviluppato ed e' cresciuto con l’ingresso in formazione di Paolo Ormas alla batteria e sequenze e Pasquale Ragnatela al basso, cori e pianoforte.

    Con quale criterio avete scelto le canzoni da inserire nel vostro primo album?
    Abbiamo prodotto decine di canzoni prima di selezionare le dieci tracce presenti nel disco. Le abbiamo scelte secondo criteri che seguono la coerenza sonora, il mood che le accomunava e la loro fluidità nell’ascolto.

    Ci sono state delle canzoni rimaste nel cassetto?
    Si, decine di pezzi, di idee, di testi. Magari qualcuna la includeremo in un prossimo lavoro o pubblicheremo un disco di b-side

    Quando scrivete le vostre canzoni vi piace prender ispirazione anche dal cinema, dalla letteratura e dall’arte in genere?
    Sinceramente in fase compositiva il catalizzatore è il ritmo, il nostro sound e le idee comuni che potrebbero funzionare e creano un entusiasmo generale tra noi tre. Siamo amanti di tutte le forme di arte, dal cinema all'arte visiva, dalla letteratura al teatro, ma quando entriamo in sala prove il nostro cuore batte solo per la musica.

    Cosa vi piace e cosa meno, dell’attuale panorama canoro?
    La cosa che generalmente apprezziamo e' che la musica non si ferma mai, in qualsiasi forma o genere essa venga prodotta. Ultimamente si stanno aprendo strade fortunate per persone davvero talentuose ed e' giusto che artisti qualitativamente validi vengano premiati in tal modo.
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    Quando si scrive un pezzo è importante cercare di farlo utilizzando colori diversi rispetto ad altri artisti?
    Dipende da quali artisti. Se la domanda fa riferimento ad artisti con cui si e' cresciuti e che hanno influenzato il percorso musicale personale di ognuno, direi che quell'influenza e' quasi impossibile da estirpare, se invece vogliamo riferirci ad altri che contemporaneamente a noi, fanno musica, direi che non ha importanza. Ognuno e' libero di esprimersi come meglio crede, anche se il risultato presenta punti in comune con altri gruppi.

    Quanto conta per voi l’aspetto live del vostro lavoro?
    Il live e' molto importante per il nostro progetto. ci consente di approcciarci in un modo più convenzionale ai nostri pezzi proponendoli quindi in una chiave più rock.

    Credete ci sia una sorta di continuità tra band di ieri e gruppi di oggi?
    I gruppi del passato hanno reso possibile l'apertura di nuove strade musicali, la loro musica o la loro influenza sarà sempre viva e quindi presente.

    Poesia e musica. Quali trovate siano i punti di contatto?
    Sono arti che convivono benissimo, anche se i tempi, i linguaggi ed i modi di esprimersi cambiano.

    Cosa vi piace particolarmente del linguaggio musicale?
    Il linguaggio musicale è un linguaggio universale ed è splendido perchè non ha limiti.

    In genere, quando scrivete un testo, guardate al passato, al presente o al futuro?
    I testi presenti nell'album parlano per lo più al presente, di situazioni, sensazioni ed episodi che i protagonisti immaginari provano.
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    Quali sono i vostri artisti preferiti?
    I nostri artisti preferiti sono tanti; Cure, Massive Attack, Radiohead, Motorpsycho solo per citarne alcuni. Poi ognuno di noi ha delle preferenze; ad esempio Pasquale è un amante della musica classica, Paolo della psichedelia degli anni settanta.

    Secondo voi, in Italia, ci sono molti giovani sottovalutati?
    In Italia c'è un fermento musicale raro. Ci sono tantissimi artisti validi, con idee originali, che non hanno paura di osare e sperimentare. Non sono secondo noi sottovalutati, ma non hanno sufficientemente spazio per esprimersi.

    Qual è il vostro rapporto con la tecnologia applicata alla musica?
    In questo disco abbiamo provato ad inserire sintetizzatori e batterie elettroniche, esperienza che mancava nel nostro bagaglio e, fortunatamente, siamo soddisfatti del risultato. La tecnologia indubbiamente ha facilitato in maniera esponenziale la possibilità di produzione musicale, ma non bisogna mai dimenticare i legni...

    Per chiudere, c’è qualcuno che vi va di ringraziare per la riuscita di questo vostro album?
    Vogliamo ringraziare innanzitutto Voi per l'intervista e l'attenzione posta al nostro lavoro. Un grazie immenso va a Ruggiero Scardigno e Massimiliano Dicorato per aver realizzato il videoclip ufficiale del singolo “Girl” e il booklet del disco. Ancora, ci teniamo a ringraziare Paolo Messere della Seahorse Recordings per aver creduto nella nostra musica, Beppe Massara per aver realizzato il mastering, Luca Ormas per le consulenze audio.

    Per ulteriori info:
    http://avioletpine.blogspot.it/

    www.lunatik.it

    Intervista su Le Idi di Marzo

    da Leididimarzo

    Intervista/ A Violet Pine: “La musica per noi è una passione, non un mezzo di sostentamento. Per questo perseveriamo nella cura di pezzi nostri e non ci dedichiamo alle cover”

    A VIOLET PINE, un trio che mescola post-rocktrip-hop ed elettronica con un sottofondo dalle velate atmosfere new wave. Un magma elettrico ed emotivo per un sound dotato di una propria definita identità che sfugge da ogni possibile categorizzazione. Hanno da poco presentato “Girl” e questa è la nostra intervista. Buona lettura!
    “A Violet Pine”,  nati da un’idea di Beppe Procida e  al quale si sono uniti ben presto Paolo Ormas e Pasquale Ragnatela. Un trio che ripercorre il sound della new wave, strizzando l’occhio al trip-hop e al post-rock. Quali sono le vostre esperienze artistiche precedenti e come questa gavetta ha influenzato il progetto “A Violet Pine”? 
    “Abbiamo tutti e tre diverse esperienze musicali alle spalle con altri vari gruppi. Paolo suonava negli Orient Express, band devota all’ambiente stoner e shoegaze, Pasquale era il cantante ed il bassista di un gruppo grunge ed io suonavo post-rock. Nel progetto A Violet Pine abbiamo creato una sorta di comnistione di generi, aggiungendo una sfumatura, per tutti e tre nuova, che è l’elettronica”.
    Il vostro esordio discografico “Girl” è frutto di un lavoro accurato, di ricerca sonora e racconto paradossale di un futuro possibile. Le sonorità cupe, intervallate dall’uso sistematico del sintetizzatore come mezzo per un distacco dalla realtà,  rimandano  l’ascoltatore a visioni alienanti. Ecco, cosa volete raccontare veramente con questo album? Ci sono dei riferimenti artistici che hanno influenzato l’elaborazione (letterari, cinematografici, etc)?
    “L’album non ha uno scopo di raccontare qualcosa di preciso. Le interpretazione che gli si possono attribuire sono del tutto personali da parte dell’ascoltatore. Ad essere sinceri è stata una sorta di prova, di sperimentazione personale da parte nostra. I pezzi sono unicamente frutto dei nostri gusti musicali comuni, senza un significato o uno scopo ben preciso. Semplicemente ci piacevano in fase di composizione”.
    Di difficile catalogazione, il vostro lavoro riesce a ricreare atmosfere degne di un fantasy giapponese in cui c’è uno scontro finale tra uomo-macchina. Ma fondamentalmente siete un gruppo rock di formazione classica (chitarra, basso, batteria): quanto vi ha aiutato l’elettronica nel vostro intento? Oggi, “l’ascoltatore medio” alla parola “elettronica” sembra capire unicamente “dubstep”: qual è lo stato di salute dell’elettronica? Voi, dentro e  fuori dall’Italia, chi ascoltate?
    “Forse bisognerebbe guardare l’elettronica come un elemento ormai alleato nella vita quotidiana, in questo caso della musica, e non un mezzo con cui scontrarsi. Come già detto, per noi inserire sintetizzatori e batterie elettroniche è stata una sorta di prova che fortunatamente ci è piaciuta. Ci sono molti artisti molto migliori di noi nell’uso dell’elettronica in musica anche in Italia. Gli artisti che ascoltiamo, affini all’elettronica sono ben pochi, Massive AttackRadioheadMoby, solo per citarne alcuni”.
    La copertina del vostro album è davvero molto evocativa, quasi cinematografica: vi è rappresentato un uomo seduto su una sedia, quasi abbandonato a se stesso e con un orologio nella mano destra.  Ci sono tutti i segni di una disfatta, alienazione e solitudine morale. Cosa volete raccontare con questa copertina, chi ha realizzato le fotografie presenti nel libretto allegato al cd?
    “In realtà la copertina, da noi è stata interpretata come un uomo che aspetta pazientemente che ciò che desidera arrivi. Qualcosa di bello, qualcosa che lo faccia stare bene. Le fotografie sono state realizzate da due amici molto validi che sono Ruggiero Scardigno e Massimiliano Dicorato, i quali hanno anche realizzato il video del singolo”.
    Lavorate su materiale inedito e questo, soprattutto in Italia, denota non poco coraggio: spesso le band optano per la via delle cover a vita e vengono preferite, dai gestori di locali, ai gruppi che invece tentano di dar vita a qualcosa di proprio. 
    “La musica per noi è una passione, un mezzo per tirar fuori ciò che sentiamo ed esprimerci, e non un mezzo di sostentamento. Per questo perseveriamo nella cura di pezzi nostri e non ci dedichiamo alle cover. Se arriva un concerto, ben venga”.
    Forse è ancora presto per parlarne: siete già al lavoro su qualcosa di nuovo? Pensate di discostarvi dall’elettronica per il vostro prossimo capitolo musicale?
    “Su quest’ultima domanda ci teniamo un attimino in riserva :) Grazie per l’intervista e per la vostra attenzione al nostro lavoro. Buon lavoro”.